L'educatore è come un giardiniere...

 «È già nel seme, o nella pianta che spunta, che il giardiniere provetto cura e prepara il frutto che verrà. […] Non è il frutto che bisogna curare ma la vita che l’ha prodotto. Il frutto sarà quello che l’avranno fatto il sole, la radice, l’aria e la foglia. Sono essi che bisogna migliorare se si vuole assicurare e aumentare il raccolto.»

Il buon giardiniere-educatore rifiuta di produrre a tutti i costi frutti commerciabili ma intossicati dai pesticidi (fuor di metafora: rifiuta di conformare la persona a un ideale dominante [frutti commercializzabili] mediante pratiche educative autoritarie e repressive [pesticidi]), sceglie i semi con cura, prepara amorevolmente l’ambiente nel quale l’individuo immergerà le sue radici, migliora le condizioni che possono assicurare un raccolto buono e abbondante (illuminazione, concimazione, clima), è attento a chi si nutrirà dei frutti della terra.